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Festival dell'Economia 2009
«Identità e crisi globale»

 
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Trento supercampus del mondo globale

di Giuseppe Laterza

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29 maggio 2009

Al suo quarto appuntamento, il Festival di Trento conferma alcune delle sue caratteristiche essenziali. Ad esempio la sua natura internazionale: su trenta lezioni magistrali, più della metà sono tenute da economisti stranieri. In un paese come il nostro, in cui il dibattito pubblico è monopolizzato da questioni puramente domestiche, non è cosa da poco.

Al Festival sentiremo parlare dell'identità degli immigrati in un paese multietnico come la Gran Bretagna e della relazione del pregiudizio razziale americano con l'elezione di Obama, dell'importanza dei confini nel definire l'identità della Cina e della difficoltà di costruire comuni valori europei. A parlarne saranno alcuni dei ricercatori più originali operanti nelle migliori università del mondo: dalla Business School di Stanford alla Paris School of Economics, dal dipartimento di Economia dell'Università di Amsterdam alla London School of Economics e ancora Harvard e Chicago, Berlino e Stoccolma, Shanghai e Washington, New York e Tel Aviv, oltre che, naturalmente, le università italiane. È come se a Trento nei giorni del Festival prendesse forma un supercampus universitario aperto a tutti, in cui i migliori cervelli dell'economia del mondo raccontano in maniera accessibile ciò che fanno e che pensano.

Un'altra caratteristica essenziale del Festival è la sua interdisciplinarietà. Il tema dell'identità si presta particolarmente a un dialogo a tutto campo tra la scienza economica e altri ambiti del sapere: a Trento si parlerà di territorio e comunità, di religione e di fiducia, di alimentazione e di libri. Accanto agli economisti ne parleranno sociologi e storici, giornalisti e manager, rappresentanti di associazioni di volontariato e uomini politici. Al programma centrale si affiancherà un nutrito cartellone d'iniziative collaterali, tra cui una serie di presentazioni di libri di vari editori, che raccolgono alcuni tra i contributi più interessanti pubblicati nell'anno trascorso.

La presenza dei libri non solo nelle sale ma nelle strade e nelle piazze di Trento è una delle cifre distintive della manifestazione, così come avviene negli altri festival di successo, da quello di letteratura di Mantova al Festival di filosofia a Modena. C'è chi si è chiesto se questo genere di manifestazioni faccia davvero bene alla lettura: in mancanza di dati certi possiamo dire, almeno, che durante i festival la diffusione dei libri, non solo di quelli d'economia o scritti dai relatori, s'impenna.

Ma la qualità di una manifestazione del genere va valutata soprattutto in base alle sue caratteristiche intrinseche: ad esempio la sua capacità di rinnovare nel tempo i nomi dei partecipanti o di promuovere persone giovani e meno conosciute al grande pubblico che abbiano cose interessanti da dire. C'è poi il risultato molto rilevante di alcune indagini recenti sull'impatto economico dei festival sul territorio che li ospita. Nel caso di Trento, una ricerca promossa dalla sua università ha recentemente mostrato come l'investimento effettuato per il Festival abbia prodotto una spesa più che doppia da parte dei non residenti in alberghi, ristoranti, bar e negozi della città. E in effetti, dai dati raccolti risulta che fin dal primo anno sono arrivati a Trento per la manifestazione persone di ogni parte del paese.

Con una età prevalente sotto i 35 anni e una forte componente femminile, il pubblico è stato l'ingrediente essenziale dello straordinario successo del Festival fin dal primo anno, quando noi organizzatori per primi rimanemmo colpiti dalle lunghissime file fuori dai bei palazzi della città e i giornali titolarono «Il Festival dell'economia come un concerto rock».
Da ultimo, un'altra caratteristica significativa del Festival: il suo essere luogo di confronto tra idee molto diverse tra loro. Se è vero ciò che ha scritto il premio Nobel per l'economia Amartya Sen, secondo cui la democrazia è caratterizzata soprattutto dalla qualità del dibattito pubblico, credo che l'esperienza del Festival di economia di Trento in questo momento della storia del nostro paese abbia un valore tutto particolare.

29 maggio 2009
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